Infezioni delle basse vie respiratorie
Le infezioni delle basse vie respiratorie rientrano tra le patologie più frequentemente riscontrate nella pratica clinica e spesso compaiono in soggetti con patologie respiratorie croniche sottostanti, quali in particolare l’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
La polmonite viene diagnosticata soprattutto nei bambini piccoli e nei soggetti anziani.
Nell’eziologia delle infezioni delle basse vie respiratorie predominano i virus respiratori, lo Streptococcus pneumoniae e l’Haemophilus influenzae, seguite da Mycoplasma pneumoniae, la Clamidia trachomatis, la Legionella, lo Staphylococcus aureus, la Klebsiella pneumoniae, lo Pseudomonas aeruginosa e l’Escherichia coli. Le bronchiti e le CAP presentano differenze per quanto riguarda l’eziologia rispetto alle forme contratte in ospedale (nosocomiali); infatti, le forme infettive respiratorie nosocomiali sono, rispetto a quelle “comunitarie”, più frequentemente dovute a Gram-negativi, ad anaerobi e allo Staphylococcus aureus, mentre sono più rare le forme virali.
Le infezioni delle basse vie respiratorie possono mostrare vari tipi di sintomi, tra cui tosse (spesso produttiva) e dispnea, ossia la sensazione soggettiva di mancanza di respiro che risulta eccessiva sia per l’entità sia per il tipo di attività fisica cui fa seguito. La febbre è un sintomo comunemente associato alle infezioni delle basse vie respiratorie, anche se in molti casi può essere lieve o assente. Per la gestione e il trattamento dei pazienti con bronchite acuta, si ricorre generalmente ad un trattamento sintomatico (antinfiammatori, sedativi della tosse) e alla somministrazione di antibiotici in caso di grave infezione con febbre e/o se l’affezione non si risolve in 5-6 giorni.
La terapia delle polmoniti infettive varia in funzione dell’agente eziologico e delle condizioni cliniche del paziente. Per ciò che riguarda le polmoniti infettive batteriche, idealmente la terapia antibiotica dovrebbe essere impostata sull’isolamento dell’agente microbico con definizione dello specifico profilo di antibiotico-resistenza; spesso però la terapia antibiotica deve essere necessariamente impostata su base “empirica”, ossia in funzione dell’ipotesi eziologica formulata sulla base di valutazioni clinico-epidemiologiche e di eventuali fattori di rischio individuali del paziente.