Scompenso cardiaco
Lo scompenso cardiaco è una sindrome clinica di difficile cura che presenta un decorso cronico- progressivo e una prognosi severa.
Dal punto di vista fisiopatologico lo scompenso cardiaco è caratterizzato dalla incapacità del cuore di pompare sangue in quantità adeguata alle richieste dell’organismo, con conseguenti manifestazioni cliniche quali difficoltà respiratoria, debolezza, facile affaticabilità, comparsa di edemi periferici.
Diverse sono le cause che possono determinarlo ma sicuramente le più comuni sono l’ipertensione arteriosa e la cardiopatia ischemica.
Gli obiettivi della cura dello scompenso cardiaco sono rappresentati dal miglioramento della qualità della vita e della sintomatologia, dal rallentamento della progressione, e dal miglioramento della sopravvivenza.
Il trattamento di questa patologia negli ultimi decenni è stato profondamente modificato grazie all’introduzione di nuove molecole, che dalla fase sperimentale sono passate all’utilizzo nella pratica clinica. Allo stato attuale il trattamento dello scompenso cardiaco è spesso in grado di apportare un significativo miglioramento della sintomatologia e ridurre morbilità e mortalità. Fondamentale deve essere considerata, ai fini del successo terapeutico, l’effettuazione di una diagnosi corretta e tempestiva, con determinazione del tipo e della severità dello scompenso; inoltre è necessario ricercare l’eziologia della cardiopatia di base e devono essere ricercate eventuali patologie concomitanti che possono interferire negativamente sulla funzione cardiaca. In ogni paziente l’intervento deve essere il più possibile personalizzato e scelto in base alla gravità delle condizioni cliniche. Le linee guida sullo scompenso cardiaco focalizzano l’attenzione su una strategia di trattamento “globale”, in cui si devono associarsi misure generali e terapia farmacologica.