Le infezioni delle alte vie respiratorie sono infezioni che colpiscono le parti superiori dell'apparato respiratorio, ossia naso, seni paranasali, faringe e laringe. Queste infezioni sono comuni e spesso causate da virus, ma possono anche essere di origine batterica. Le principali sono:
Rinite: infiammazione della mucosa nasale, spesso causata da virus, di solito il raffreddore comune (rhinovirus). Si manifesta con: rinorrea, naso che cola, congestione, starnuti, tosse e febbre lieve.
Sinusite: infiammazione dei seni paranasali, che può essere acuta o cronica. È causata spesso da patogeni virali ma può essere causata anche da batteri. Il raffreddore comune ad esempio, è una rinosinusite virale, che ha durata di pochi giorni. La sinusite è accompagnata da sintomi come dolore facciale, congestione nasale e cefalea.
Faringite: infiammazione della faringe, chiamata comunemente “mal di gola”. È solitamente causata da virus (adenovirus, rhinovirus, influenza, coronavirus, e virus respiratorio sinciziale), ma nel 30% dei pazienti la causa è batterica (1). Il batterio più comunemente coinvolto è lo Streptococco di gruppo A beta emolitico, ma possono essere coinvolti anche Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae e Chlamydia pneumoniae.
Laringite: infiammazione della laringe, spesso associata a raucedine o perdita temporanea della voce. È solitamente di origine virale e può derivare da un raffreddore o un'influenza.
Tonsillite: infiammazione delle tonsille, che può essere causata da virus o batteri. I sintomi comprendono mal di gola, difficoltà a deglutire e febbre.
Otite media: sebbene sia un'infezione dell'orecchio medio, spesso è considerata tra le infezioni delle alte vie respiratorie poiché può derivare da un'infezione del tratto respiratorio superiore che si diffonde alle orecchie. È comune soprattutto nei bambini e causa dolore, febbre e, talvolta, perdita di udito temporanea.
1.Pichichero ME: Group A streptococcal tonsillopharyngitis: cost-effective diagnosis and treatment. Ann Emerg Med 25 (3):390–403, 1995. doi: 10.1016/s0196-0644(95)70300-4