La Vitamina D è una vitamina liposolubile prodotta per effetto dei raggi ultravioletti di tipo B sulla cute. La massima produzione viene raggiunta in estate, dopo 10-15 minuti di esposizione solare, mentre un’esposizione eccessiva determina la formazione di fotoprodotti inattivi.
Sebbene la sua esistenza fosse stata teorizzata già agli inizi del XX secolo, la struttura chimica della nuova Vitamina rimase sconosciuta fino agli anni ’30 del XX secolo. Fu, infatti, determinata da Adolf Otto Reinhold Windaus, che per la sua scoperta ricevette il Nobel per la Chimica nel 1928.
In Italia la carenza di Vitamina D è particolarmente frequente. Si stima che circa il 50% dei giovani in buona salute soffrono di carenza di vitamina D durante i mesi invernali [1]. I soggetti più a rischio sono gli anziani, con l’86% delle donne italiane sopra i 70 anni che presentano valori di vitamina D inferiori alla norma alla fine dell’inverno [2]. I principali fattori che possono influenzare la carenza di questa vitamina sono la pigmentazione cutanea, la stagionalità, l’applicazione di filtri solari, l’obesità ed alcuni farmaci.
Nel bambino, la carenza di vitamina D può causare rachitismo, una patologia tipica dell’età dello sviluppo caratterizzata da deformazioni ossee con conseguente disabilità. In adulti ed anziani, l’ipovitaminosi D può determinare osteomalacia e favorire l’insorgenza di osteoporosi, una malattia dello scheletro caratterizzata da alterazioni della struttura ossea con aumentato rischio di fratture.
Per stabilire i livelli di vitamina D, il parametro universalmente riconosciuto è il dosaggio della 25 OH vitamina D (25OHD) circolante. Valori di:
• <12 ng/L indicano una grave carenza
• <20 ng/l indicano una carenza
• 20-30 ng/L indicano un’insufficienza
• >100 indicano un eccesso
• >150 indicano tossicità
Secondo le più moderne indicazioni scientifiche, dovrebbe essere sottoposta a screening tutta la fascia di popolazione considerata “a rischio”.
[1] S.Adami Reumatismo, 2011; 63 (3): 129-147
[2] Isaia G, Giorgino R, Rini GB, et al. Prevalence of hypovitaminosis D in elderly women in Italy: clinical consequences and risk factors. Osteoporos Int 2003;14:577-82